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#affinchénonaccadamaipiù

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Editoriale del Capo Rione Antonio Petralia

Ant_PetraliaNon avrei mai pensato di dover riscrivere l’editoriale del nostro giornale Rosso Blù perché non uscirà la tradizionale versione cartacea, non ci saranno gli sponsor, ma soprattutto non ci sarà neanche il Palio Contesa Estense. Chi poteva pensare che proprio oggi potesse accadere una pandemia con effetti sul piano sociale economico e finanziario così devastante? Purtroppo ci attenderà un lungo periodo con ripercussioni negative anche sul terzo settore e quindi anche per la nostra associazione. Credo però che dobbiamo necessariamente guardare avanti, perché è così che si deve fare, chi si ferma è perduto e la nostra generazione deve necessariamente stringere i denti e trasmettere alle future generazioni questi valori. Non c’è futuro senza storia e la storia serve per evitare di commettere errori, affinché tutto questo non accada mai più. Per questo motivo, il mio primo pensiero va ai nostri giovani che vorrei ringraziare con orgoglio, per aver portato a casa il primo palio Sbandieratori Under 15. Speriamo sia la prima di una lunga serie di vittorie come già avvenuto in passato per altre specialità come quelle dei tiratori, dei tamburini e delle chiarine, che per diversi anni sono riusciti a conquistare ripetutamente numerose vittorie. Inoltre mi preme ricordare lo splendido risultato conseguito dal gruppo sbandieratori e musici i quali, rappresentando Contesa Estense ai campionati nazionali di Ascoli Piceno, sono riusciti a riportare il gruppo nella categoria A2 grazie alla conquista di un bronzo, due argenti e un oro. Vorrei infine ringraziare i volontari ed i soci che ogni anno dedicano parte del loro tempo per dare vita all’Osteria dei Mercanti e alla Taverna di S. Illaro, che lo scorso anno era stata ulteriormente arricchita con uno splendido girarrosto. Concludo con una raccomandazione rivolta a tutti i soci, agli atleti e ai simpatizzanti del Rione Rosso Blu, affinché rimanendo tutti uniti, si possa superare questo periodo e si possa già pensare alla prossima edizione del palio e alle iniziative rionali, perché ricordatevi che la solidarietà non va in quarantena.

Con l’augurio di poterci riabbracciare quanto prima tutti quanti.

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Del maiale non si butta via nulla.

Di Elena Dalfiume

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…Del maiale non si butta nulla, e con questo detto, che è una grande verità, abbiamo rimesso in moto la macchina dell’Osteria in versione invernale. Quest’anno cadeva l’anniversario del 50° anno della fondazione del Rione Madonna delle Stuoie, e i volontari della cucina hanno pensato, insieme al direttivo, ad un menù sempre in stile medioevale, in modo da rendere il distacco dalla settimana della Contesa non troppo lungo. Le menti e le forze si sono prodigate per trasformare la tensostruttura del Maracanà in un’ambiente accogliente e che riprendesse lo stile che ci contraddistingue. Ci siamo riusciti? Direi di sì e come primo anno “con i panni invernali” abbiamo avuto le nostre soddisfazioni. Atleti, soci, non soci, fidanzate, mogli, mariti, figli, hanno lavorato a tempo di record per montare e smontare la sceneggiatura. Continuiamo a ripetere che si può avere di tutto e di più ma se non ci sono le persone e il loro cuore, non si può fare nulla. Grazie sempre a tutti per l’impegno e per il tempo dedicato, poco o tanto è sempre utile. Vi aspettiamo al prossimo appuntamento invernale!

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Storia e memoria

Di Giacomo Casadio

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Il bel rapporto che esiste fra il Rione Stuoie e me risale ad alcuni anni fa e nasce dall’amicizia con una delle animatrici, in particolare Susanna Lodolini, mia gioiosa alunna negli anni della scuola e dotata di grande spirito di iniziativa.

La passione per la musica e la storia locale mi hanno spinto ad offrire qualche contributo assieme ai miei amici del gruppo musicale FLINTS e anche a raccontare vicende legate alla nostra comunità.

Qui tralascio il ricordo delle piacevoli serate di musica all’aperto sul pratone del parco, senza dimenticare il contributo che noi demmo nel novembre del 2018 raccontando divertenti aneddoti sulla grande storia del rock, per concentrarmi su altri due aspetti di questa collaborazione.

Il primo riguarda lo straordinario archivio fotografico di Paolo Guerra, che ho l’onore e il piacere di gestire da molto tempo, nel quale troviamo l’intera storia della nostra comunità dalla fine della guerra al 1960 circa. Le fotografie che Guerra lasciò alla nostra città, senza neppure immaginare lo spessore storico e culturale che contenevano, furono piacevolmente mostrate ad un attento pubblico in una serata del febbraio di un anno fa. Di lui voglio raccontare qualcosa che merita di essere ricordato.

Paolo Guerra, nato nel 1913, ricevette una breve ma significativa educazione artistica nella Scuola Comunale di Disegno e Plastica, diretta da Domenico Visani, la cui famiglia si era distinta fin dalla metà dell’800 nei campi della pittura, scultura, architettura e fotografia. Poi fece il disegnatore di decori a mano presso la ditta di biciclette ALMA e contemporaneamente si dedicò alla passione per la fotografia, che a poco a poco diventò una vera professione ben sostenuta dalla capacità di osservazione attenta e a volte geniale, come appare nella sua ampia produzione.

Ogni giorno appendeva al collo la fedele Leica III e iniziava una lunga giornata di lavoro a cavallo della sua moto fissando sulla pellicola qualsiasi evento sia pubblico che privato che attirasse la sua curiosità.
Questo intenso lavoro produsse una grande quantità di materiale fotografico con migliaia di negativi conservati dalle figlie e portati da me alla luce in un lungo percorso durato un decennio e ricco di enormi soddisfazioni.

L’altro aspetto riguarda invece la storia precedente all’esperienza fotografica di Paolo Guerra e si riferisce alle drammatiche vicende relative al decennio di sconvolgimenti epocali che travolsero il mondo dal 1936 al 1945: la Seconda Guerra Mondiale. Il racconto che ho dato alle stampe a me tanto caro e denso di eventi sto cercando di trasmetterlo in una serie di incontri che i dirigenti del Rione mi consentono di svolgere in questo anomalo periodo che stiamo vivendo nel nostro paese. La storia riguarda la mia famiglia e in particolare due persone, Celso Casadio, fratello di mio nonno, e suo figlio Gigetto, che condivisero una appassionante e tragica vicenda attraverso la loro corrispondenza scritta, fortunatamente conservata dai miei genitori e mai studiata con attenzione e cura. Dal 1936 si snoda un lungo percorso epistolare che vede padre e figlio all’interno di un doloroso percorso fatto di sogni, speranze, delusioni, rabbia, amore e odio, concluso in modo drammatico, con Gigetto lontanissimo da casa, solo e disperato. Qui la mia curiosità si è messa in funzione in modo ossessivo fino al punto di scoprire ogni minimo particolare della vicenda e di farne un concreto esempio di vita vissuta in lontani luoghi e tempi oscuri.

Siccome la grande Storia nasce da tante piccole storie ho voluto condividerla con altri per capire come si sviluppano gli eventi che hanno grande risonanza ma che si studiano poco a scuola o si leggono ancora meno sui libri. Questo ho fatto e continuerò a fare finché sarò agile di mente, dato che considero fondamentale la trasmissione di conoscenze alle giovani generazioni che, particolarmente di questi tempi, sono distratte da una grande massa di informazioni a volte ben poco utili a far crescere la qualità dei rapporti umani e il livello culturale necessario ad affrontare le difficili sfide di un mondo confuso e problematico.

Grazie dell’opportunità

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Trebbo a Stuoie

Di Susanna Lodolini

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Anche quest’anno abbiamo organizzato nella sede del Rione Madonna delle Stuoie alcuni appuntamenti fissi di aggregazione perché è sempre un piacere incontrarsi per fare due chiacchiere nelle lunghe serate invernali. Il primo incontro è stato con la dottoressa dietista Valeria Patuelli in collaborazione con il consulente di AMC Italia Uberto Montanari, il tema era “mangiare meglio per vivere meglio”: abbiamo cucinato e degustato vari piatti salutari preparati al momento. A seguire sono state tenute quattro serate con il professor Giacomo Casadio che ci ha fatto conoscere “La storia di Gigetto”: la storia di una famiglia rivissuta attraverso le lettere scambiate tra padre e figlio prima e durante la Seconda guerra mondiale. In seguito, è stata proposta una serata con le foto di Paolo Guerra “Case chiuse a Lugo” sempre raccontata dal professor Giacomo Casadio. Infine, abbiamo effettuato due incontri con la dottoressa Angela Contarini che hanno trattato l’argomento “Prevenzione femminile dalle infezioni da papilloma virus” e altri problemi ginecologici. Una ulteriore iniziativa rionale nata quest’anno è la camminata veloce che ogni mercoledì sera ha riunito chiunque avesse voglia di fare un po’ di sano movimento in buona compagnia. Queste iniziative sono gratuite e aperte a tutti: soci e non soci. Vi aspettiamo!!!

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L’unione per le Bandiere

Di Luca Bedeschi

IMG_4754Vincere è sempre bello, specialmente se si è nella propria città, nella propria piazza e nel proprio Palio; richiede tanto impegno, sangue freddo, testa e anche un pizzico di fortuna ma per noi, quest’anno, la fortuna non si è presentata. Tuttavia, a volte, ci sono aspetti importanti che vanno al di là del risultato stesso come ad esempio il gruppo che si è formato. Ogni anno mi accorgo sempre più di quanto il gruppo si sia concretizzato e unito, spesso creiamo iniziative che vanno oltre i soliti allenamenti e questo sta portando i suoi frutti, anche se ci sono diverse differenze di età, ma siamo tutti lì per la passione che ci accomuna e per raggiungere gli obiettivi che ci prefissiamo ogni anno. Un altro fattore molto importante è quello di aver cambiato totalmente la mentalità del gruppo stesso, ovvero instaurando una mentalità vincente: gareggiare per vincere senza mai accontentarsi, che un limite si può superare, che il secondo non è altro che il primo degli ultimi, ma soprattutto il rispetto per l’avversario senza mai sottovalutarlo, che se sbaglia uno sbagliano tutti e bisogna rialzarsi sempre a testa alta, uniti e aiutandosi l’un l’altro perché è proprio quella la formula vincente.
IMG_5130In ultimo, ma non di importanza, c’è da considerare la qualità degli esercizi, che negli ultimi anni è cresciuta ad un livello importante tale da permetterci la promozione dalla categoria A3 alla categoria A2 ai Campionati Italiani, questo grazie ad un lavoro mirato e di gruppo che ha portato i suoi frutti. Vorrei quindi ringraziare tutti i miei compagni di squadra che, insieme a me ogni anno, ci mettono tanto impegno nel tenere alti i colori che portiamo nel cuore e ringraziare chi nonostante tutto è sempre con noi per sostenerci, fuori dal campo gara e dal cielo, a cui un pensiero va sempre. Il vostro sostegno per noi è molto importante e ci da tanta forza nell’affrontare ogni sfida, per questo vi invito il 9 e 10 maggio a far sentire il vostro calore, noi ce la metteremo tutta come sempre! AD MAJORA.

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Un nuovo ciclo

Di Andrea Zenico

IMG_4883Prima di imparare a vincere, bisogna imparare a perdere… Riconoscere i propri errori, senza cercare le ragioni della propria non vittoria in casa d’altri. Vincere è sempre bello e farlo con un gruppo di AMICI lo è ancora di più…In quest’ultimo anno il gruppo musici si è rivoluzionato sperimentando nuove tecniche con l’inserimento di nuovi ragazzi/e giovani e promettenti, pur non ottenendo risultati soddisfacenti ai campionati A3 di Ascoli. L’anno è iniziato decisamente in maniera positiva, con tante novità nel settore musici che daranno una grossa mano a migliorare i vari esercizi di specialità. Vorrei ringraziare miei compagni perché si vede la voglia di fare e di cambiare, nonostante le molteplici difficoltà non mollano mai e trovano sempre la forza di mettersi in gioco a testa alta, senza aver paura di nessuno, non molliamo mai perché in fondo lo squadrone siamo noi e che spettacolo quando suoniamo! Manca sempre meno al Palio, ma noi siamo pronti a scendere in quella piazza per affrontare di petto e in modo spensierato quei maledetti 7’30’’ minuti, che serviranno per prepararci al meglio in vista dei campionati di A2, lì sarà veramente importante mantenere la calma ed avere la giusta motivazione e mentalità che unisce il gruppo meraviglioso che si è creato, per affrontare al meglio le altre  grandi squadre nel mese di Luglio ad Ascoli; in modo tale da dimostrare il nostro potenziale con i fatti e scalare il più possibile la classifica finale per arrivare sempre più in alto. Infine, vorrei dire grazie a chi ci ha sempre sostenuto in questi anni e che continuerà a farlo soffrendo con noi fuori da quelle transenne che separano solo fisicamente la tifoseria dalla squadra, ma che non fanno passare il loro tifo e i loro pensieri, questi sono dentro le nostre braccia e nei nostri fiati, per darci la forza di fare emozionare tutti con la nostra musica.

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IL FUTURO SIAMO NOI

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Quest’anno abbiamo deciso che il consueto articolo riguardante i piccoli sbandieratori e tamburini rossoblù venisse scritto dai nostri stessi under. Quindi bando alle ciance, ecco una raccolta di pensieri che i nostri ragazzi hanno scritto per tutti noi!

Giovanni
E‘un po’ di tempo che sbandiero ma l’emozione di entrare in gara ogni anno è sempre bellissima, specialmente in una cornice come il Pavaglione. Questo sport insegna molte cose, come lo stare insieme e la collaborazione negli esercizi di squadra, ma anche la responsabilità di portare i colori del proprio Rione, in questo caso… VIVA IL RIONE MADONNA DELLE STUOIE !IMG_4291

Virginia
Ho sempre pensato che questo sport fosse prettamente maschile, per questo non ho mai avuto la curiosità di conoscerlo. Dopo aver assistito ad una sfilata mi sono detta “perché non provarci?” Poi ho cominciato ed è diventato subito parte della mia vita. Al diavolo i pregiudizi altrui!

Andrea S.
Io suono nei tamburini perché mi piace fare parte del Rione, facendomi o facendosi sentire per rendere forte il nostro Rione!

IMG_5286 (1)Andrea S.
Io suono nei tamburini perché mi piace fare parte del Rione, facendomi o facendosi sentire per rendere forte il nostro Rione!

Irene
Per me la bandiera è uno sport impegnativo, ma divertente perché ci sono degli amici, gli insegnanti gentili e pazienti e si imparano tante cose artistiche

Tommaso
Per me è stata una esperienza fantastica e divertente, però l’anno prossimo dovrò lasciarla per via degli studi però senza perdere il ritmo

Alice M.
Vengo a tamburi perché mi piace la musica movimentata

Lorenzo
Ho cominciato a sbandierare quando avevo 5 anni perché mio babbo mi “obbligava” e all’inizio non mi piaceva. Poi negli anni successivi mi sono appassionato sempre di più riuscendo a vincere qualche medaglia. Ho anche fatto molte amicizie con i miei compagni, e con il passare degli anni, sono riuscito a sbandierare con gli assoluti

Rebecca
Bandiera è uno sport che mi appassiona molto e non mi importa se viene considerato uno sport per maschi

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Andrea M.
Mi piace molto il momento del Palio, la sfilata e l’esibizione davanti ala giuria. Mi piace anche vedere le esibizioni degli altri Rioni, con i miei compagni. Mi piace imparare cose nuove, ora che mi alleno con due bandiere sono molto contento

Alice T.
Mi piace tamburi perché è divertente e mi piace imparare canzoni nuove, mi piace fare parte di questo Rione

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Andare a tamburi è divertente e serio; per questo io ci vado per stare con gli altri e imparare il ritmo di varie canzoni (divertenti o serie)

Linda Mi piace tanto praticare tamburi perché mi appassiona molto lo strumento e da quando lo faccio mi piace ancora di più, anche perché mi piace tanto la musica e gli strumenti musicali, e ho deciso di praticare tamburi anche per il mio Rione

Riccardo
Io vengo ai tamburini perché sono appassionato di musica e ho scelto di fare il tamburino!

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CON QUESTA PIOGGIA E QUESTO VENTO…

Di Elena Dalfiume

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Nonostante le intemperie nessuno si è arreso, coperti fino ai denti gli addetti alla cucina e alla sala hanno lavorato cercando di dare il meglio di sé stessi; proponendo nuovi piatti come lo schidione (carne di varie tipologie cotte allo spiedo) il quale oltre a far sentire il proprio profumo in tutto il Pavaglione, se ne poteva ammirare la cottura in diretta, eseguita dal nostro macellaio Marco.

Un ringraziamento particolare va a tutti i clienti che hanno affrontato freddo, acqua, vento, pur di assaggiare le nostre pietanze (cosa non si fa per mangiare…). Ogni anno si trovano nuove idee per migliorare le scenografie dell’Hosteria creando un ambiente il più confortevole possibile; nell’anno appena passato in particolare, abbiamo usato funghi per riscaldare dagli spifferi, che sotto al Pavaglione sono stati tanti.

Un grandissimo GRAZIE ai volontari, perché ribadisco, che tutto quello che vedete e mangiate è eseguito da persone che durante l’anno fanno tutt’altro, e in quella settimana danno il meglio per farvi rivivere i fasti del Medioevo.

E adesso l’unica speranza è che il mese di maggio… faccia il maggio, con temperature più gradevoli durante la settimana della Contesa. Mi raccomando, quando farete un giro sotto al Pavaglione, cercate l’angolo rosso-blu, vi faremo entrare in un’altra epoca…