Mercato

Il mercato medievale di porta nuova

100_4179[1]Il Rione Madonna delle Stuoie di Lugo, con fedeltà e rigore storico, cerca di far rivivere lo spirito cittadino degli anni che vanno dal tardo Medioevo al primo Rinascimento, quando scaltri mercanti e popolani si ritrovano a contrattare merci fino a tarda sera.

Abili artigiani, venditori di mercanzie e armati riproporranno questo clima festoso tra inebrianti profumi di spezie, frutta fresca e cere fuse…

Alcune donne confezioneranno vestiti e prepareranno pelli mentre semplici contadini cercheranno di vendere i poveri prodotti delle loro terre.

Un bivacco offrirà riposo al viandante o al pastore mentre all’Osteria della Pavira tra musiche, urla e schiamazzi si brinderà per gli affari conclusi con vino novello e dolcetti nostrani.

Il mercato di Lugo in epoca estense

100_4187[1]Da sempre Lugo è sinonimo di Mercato, di un Mercato famoso per la quantità di merci, per la grande frequentazione pubblica, l’assenza o la scarsità di dazi, l’antica tradizione. Il mercato di Lugo, sin dalle sue origini che si perdono in epoca Romana, si tiene nel giorno di mercoledì, sacro a Mercurio, protettore pagano dei mercanti.

Sin dal momento dell’acquisto della città di Lugo dalla Chiesa, gli Estensi dimostrarono grande interesse per i traffici commerciali del Mercato di Lugo: tanto che già nel 1437, stesso anno dell’acquisto Nicolò III d’Este emanò i “modi e ordinamenti sopra il mercato”, una serie di norme atte a regolamentare l’attività dei mercanti e l’organizzazione del Mercato. Forse proprio il ricco e fiorente Mercato fu uno dei motivi che spinsero gli Estensi ad acquistare la città. Alcune delle prime iniziative degli Estensi furono volte proprio a consolidare l’importanza del Mercato, garantendo nuovi privilegi ai mercanti che vi affluivano.

Fu Duca Borso d’Este a fissare ufficialmente il mercoledì egli diede, inoltre, nuovi impulsi al commercio in città migliorando i collegamenti stradali e idroviari tra Lugo e gli altri centri abitati del circondario. In seguito anche il Duca Alfonso d’Este, nel 1520 trattò alcune norme relative al Mercato, nei suoi “Statuti della Terra di Lugo”, nei quali si prevedevano alcune nuove regole per i Mercanti e si istituiva la figura del Notaro delle Frodi.

Nei mercati dell’epoca la merce veniva probabilmente esposta su piccoli e rudimentali banchetti di legno, qualche volta coperti con teli o canne, per proteggere dal sole il venditore e il venduto. Altre volte si vendeva appoggiando i propri prodotti direttamente su di un telo steso sulla polvere o sul fango della piazza del Mercato oppure il venditore stesso fungeva da supporto per la propria mercanzia, che recava addosso.